Come l’eco del Big Bang

In tutto questo fermento finisce che dormo poco, di notte mi assopisco giusto il tempo di resettare la stanchezza poi mi sveglio che ancora l’alba riposa, beata lei. Di giorno lavoro e cerco di tenere imbrigliati gli sbadigli e le sollecitazioni che il ribollire interiore mi sparge attorno.

Esattamente come quando posando le mani sul mio ventre sentivo i movimenti delle vite che proteggevo e nutrivo, a volte avevo la sensazione di percepire tutta quella laboriosa e stupefacente costruzione, quello svolgersi di passaggi di testimone, quei movimenti infinitesimali che intessevano la trama di un nuovo uomo, anzi, di un uomo ed una donna. Mangiavo cornettialgida ed ascoltavo la musica della vita passarmi dentro ed attraverso, in un suadente ribollire creatore.

Esattamente come l’innamoramento, come il mio innamoramento, in cui non c’é attimo in cui riesca a stare ferma, in cui tutto si muove, nei fremiti del desiderio che mi avvicina all’altro e nello scompaginare lo stato di calma piatta dell’interno. Onde, un incedere in crescendo, tempesta e poi naufragio che porta alla luce gioielli dimenticati in remoti cassetti sottocoperta e nulla in me avrá lo stesso posto che aveva prima, a parte il naso e la bocca (e la cellulite), fidati!

Esattamente come questa notte con le imposte aperte, i passerotti che cinguettano ed i pensieri che circolano nelle vene passando dal cuore, in questo sentire rinascere la vita dopo una lunga pausa sottovuoto. Questa notte in cui tutto ferve e mi sento la bambina in attesa della partenza per il mare mentre mamma si muove sicura e chiude, prepara, dispone tu dormi, shhhh, vi chiamo quando é tutto pronto.

15 pensieri su “Come l’eco del Big Bang

  1. Se mi posso permettere, una cosetta di quelle che piacciono a me, letta non so dove e che mi viene in mente mentre ti leggo (ed è un bel leggere): “Sbarro gli occhi nel buio e un fulgore m’attraversa la mente, un senso di felicità ed infelicità insieme. Provo quel che devono aver provato i grandi pensatori dinnanzi ad un concetto inaudito ed impeccabile. Solo che io sulle labbra non mi ritrovo che poche sillabe, scarse di materia e di senso, e che tuttavia mi abbagliano come un’immensa coperta: Inesistenza del tempo”.
    Ciau!

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